ABBONDANZA DI RISORSE E CARENZA DI OPERE
Il bilancio di un comune è come una radiografia: rivela ciò che non si vede a occhio nudo. Il recente Rendiconto 2024 del Comune di Cassina de’ Pecchi offre una diagnosi chiara ma preoccupante: un ente con le casse piene ma con una capacità realizzativa minima, che accumula risorse senza trasformarle in benefici concreti per i cittadini.
Il tesoro dormiente: 5,4 milioni di avanzo
Il dato più eclatante che emerge dall’analisi del Rendiconto 2024 è l’impressionante avanzo di amministrazione di 5,4 milioni di euro, una cifra che per un comune delle dimensioni di Cassina de’ Pecchi rappresenta una somma considerevole.
Ma attenzione alle apparenze: di questi 5,4 milioni, ben 3,6 milioni sono rimasti completamente inutilizzati, parcheggiati nelle casse comunali. Solo 1,5 milioni sono stati effettivamente impiegati nel corso dell’anno per finanziare spese e investimenti.
Questo solleva una questione fondamentale: perché un comune che mantiene la tassazione locale ai livelli massimi consentiti dalla legge (sia IMU che addizionale IRPEF) accumula risorse senza utilizzarle? In altre parole, se non riesce a spendere ciò che incassa, perché continua a tassare al massimo i propri cittadini?
Dietro le quinte dell’avanzo: fondi bloccati e rischi nascosti
Per comprendere meglio la situazione occorre guardare alla composizione dell’avanzo. Non tutti i soldi “avanzati” sono liberamente spendibili. Una parte consistente (circa 2 milioni) è bloccata nel cosiddetto “Fondo crediti di dubbia esigibilità” (FCDE) – un salvadanaio obbligatorio per legge che serve a coprire i crediti che il Comune potrebbe non riuscire mai a incassare.
Il nostro FCDE rappresenta quasi il 40% dei crediti da riscuotere – un rapporto decisamente elevato che segnala una pessima capacità di riscossione. In comuni ben amministrati, questo rapporto si aggira solitamente tra il 20% e il 30%.
In pratica, su ogni 100 euro che il Comune dovrebbe incassare, ne mette da parte 40 perché teme di non riuscire mai a riscuoterli. È come se un’azienda, su 100.000 euro di fatture emesse, ne considerasse 40.000 a rischio mancato pagamento – una situazione che in un’impresa privata porterebbe a serie riflessioni sulla gestione.
La parte realmente spendibile dell’avanzo (cosiddetto “avanzo libero”) ammonta a circa 580.000 euro – una cifra comunque significativa che potrebbe essere destinata a ridurre le tasse o migliorare i servizi, ma che resta inutilizzata.
Il paradosso degli investimenti: tanti annunci, poche ruspe
Ancora più sorprendente è il dato sugli investimenti. Nel 2024, a fronte di 9,6 milioni di euro stanziati per opere pubbliche e altri investimenti, l’amministrazione ne ha effettivamente impegnati appena 858.000 euro – il 9% del previsto.
Questo tasso di realizzazione è talmente basso da suggerire un problema strutturale nella capacità di progettazione e attuazione. È come se un’impresa edile, dopo aver firmato contratti per costruire dieci case, ne realizzasse meno di una.
Molte opere sono rimaste sulla carta, in particolare quelle previste “a scomputo oneri” – cioè opere pubbliche che dovrebbero essere realizzate dai privati in cambio di minori oneri di urbanizzazione. Questo meccanismo, potenzialmente virtuoso, si è inceppato, lasciando i cittadini senza le infrastrutture promesse.
L’enigma della riscossione: il Comune che non sa farsi pagare
Un aspetto particolarmente critico riguarda la capacità del Comune di riscuotere i propri crediti. I dati sono impietosi: su 523.618 euro di crediti pregressi (residui attivi) da riscuotere all’inizio del 2024, ne sono stati recuperati appena 6.637 euro – l’1,3%.
Questo significa che il 98,7% di quanto il Comune avrebbe dovuto incassare da anni precedenti è rimasto non riscosso. Parallelamente, sono stati cancellati 623.227 euro di crediti ormai considerati inesigibili – somme che i cittadini e le imprese dovevano al Comune ma che, dopo anni di tentativi infruttuosi, sono state di fatto abbandonate.
Questa incapacità di riscossione non è solo un problema contabile: ogni euro non riscosso è un euro in meno per servizi ai cittadini o un euro in più di tasse per chi invece paga regolarmente.
Le società partecipate: pesi nascosti sul bilancio comunale
Un capitolo spesso trascurato ma rilevante riguarda le società partecipate – aziende di cui il Comune detiene quote, direttamente o indirettamente.
Il caso più curioso è quello di Rocca Brivio Sforza Srl, una società in liquidazione dal 2015 (ben 9 anni!) che gestisce un complesso storico-monumentale situato tra San Giuliano Milanese e Melegnano – quindi non nel territorio di Cassina de’ Pecchi. Questa società continua a produrre perdite, costringendo il Comune ad accantonare 3.546 euro nel 2024 per coprire la propria quota.
La domanda sorge spontanea: perché i cittadini di Cassina devono contribuire alle perdite di una società che gestisce un bene non sul loro territorio e che peraltro è in liquidazione da quasi un decennio?
Situazione simile per ZeroC SpA, altra partecipata in perdita (-480.000 euro nel 2023, -593.000 euro nel 2022) che richiede accantonamenti a carico delle casse comunali.
Conclusioni: un bilancio solido ma immobile
L’analisi del Rendiconto 2024 restituisce l’immagine di un Comune paradossale: formalmente in salute dal punto di vista contabile (con un consistente avanzo e un debito pressoché nullo), ma incapace di tradurre questa solidità in benessere per i cittadini.
È come un’automobile con il serbatoio pieno ma il motore spento: tutte le risorse ci sono, ma il veicolo non si muove.
L’avanzo non utilizzato, gli investimenti non realizzati, i crediti non riscossi, le partecipate in perdita e i servizi sottofinanziati raccontano di un’amministrazione che sembra più orientata alla conservazione che all’azione, più attenta ai numeri in bilancio che al loro effetto sulla vita quotidiana della comunità.
In questo scenario, l’opposizione ha giustamente sollevato interrogativi sulla reale efficacia della gestione comunale, chiedendo un cambio di rotta verso politiche più dinamiche che sappiano trasformare le risorse disponibili in servizi migliori e tasse più eque per tutti i cittadini.
Questo articolo si basa sui dati ufficiali tratti dal Rendiconto di Gestione 2024 del Comune di Cassina de’ Pecchi e dalla Relazione dell’Organo di Revisione.